L'ISOLA DI PIANOSA

Anche detta l’Isola del Diavolo, sin dall’Antichità classica chiamata Planasia proprio a causa della sua morfologia pianeggiante, oggi Pianosa è la quinta isola per estensione facente parte dell’Arcipelago Toscano.

Inclusa nella provincia di Livorno e amministrata dal comune di Campo nell’Elba, Pianosa fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che ancora oggi ne protegge l’aspetto e la zona marina rendendola un luogo piacevole per gite e viaggi.

L’isola fin dal 1856 è stata sede di una colonia penale, divenuta poi nel 1968 carcere di massima sicurezza. Le attività dell’istituto sono cessate definitivamente nel 2011. Da quella data è cessato il divieto assoluto di sbarco che da un lato aveva impedito il turismo sull’isola, ma nel contempo aveva garantito il mantenersi intatto delle bellezze naturali. Rimane però una limitazione per i visitatori che non possono superare il numero di 250 al giorno utilizzando il traghetto che effettua corse quotidiane partendo alle dieci di mattina da Marina di Campo sull’Isola d’Elba, ritornandovi con partenza da Pianosa alle 17.

Il 17 luglio 2013 il Parco Nazionale Regione Toscana, in collaborazione con il Consorzio Elbano Diving (CED), dopo un iter difficoltoso durato molti anni, ha inaugurato il campo boe di Pianosa.

Il Parco, con questa inaugurazione, ha aperto ai diving la fruizione subacquea contingentata per la scoperta dei fondali più belli dell’area protetta dell’isola. Questo risultato è il frutto di una proficua collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine, operatori del settore e il CED.

I magnifici fondali proibiti sono finalmente visibili a subacquei esperti e a piccoli gruppi accompagnati da guide ambientali subacquee. Si tratta di una fruizione sperimentale, che è stata preceduta da un monitoraggio scientifico e sono stati definiti i percorsi di immersione e le regole di accesso.

Chi vuole fare le immersioni a Pianosa dovrà contattare un diving autorizzato, tra quelli presenti tra i nostri associati.

La fruizione sperimentale è consentita al momento con cinque boe d’immersione e due boe di servizio riservate ai mezzi di soccorso e sorveglianza. L’accesso ai punti di ormeggio è consentito soltanto ai diving pre-autorizzati dall’Amministrazione del Parco Nazionale Regione Toscana.